Comunicare con i bambini: piccoli trucchi per grandi risultati nelle relazioni educative



di Matteo Pagliarusco

Tratto dal suo libro “Realizziamo insieme un cartone animato! - Produzioni multimediali e cinematografiche per la scuola dell'infanzia”


Nell'educazione dei bambini, anche le parole e i gesti più piccoli possono lasciare un segno profondo. Lo abbiamo scoperto attraverso "piccoli trucchetti di comunicazione" imparati da esperti insegnanti che, con cura e attenzione, hanno condiviso un vero tesoro di conoscenze per migliorare la qualità delle interazioni con i bambini. Questi trucchi, ora raccolti e descritti con affetto, sono stati di grande aiuto per gli educatori e possono rivelarsi preziosi anche per genitori e figure educative che desiderano comunicare in modo empatico e costruttivo con i più piccoli.


Frasi che Contano: Come Parliamo ai Bambini Fa la Differenza

Quante volte capita di dire, quasi senza pensare, frasi come “Perché devo ripetere sempre le stesse cose?” o “Occhio che se non la finisci subito…”. Spesso sono frasi dette per abitudine, trasmesse da chi ci ha educati a nostra volta. Tuttavia, le parole sono un potente strumento di connessione, e ogni frase, persino la più semplice, può veicolare emozioni e aspettative. Con i bambini, la comunicazione ha un valore immenso: richiede di essere sempre calibrata alla loro sensibilità e alla loro età, perché spesso ne colgono solo una parte o ne percepiscono un significato diverso.


Minacce e Ricatti: Perché Evitarli?

Potrebbero sembrare metodi facili e immediati per ottenere obbedienza, ma le minacce e i ricatti sono destabilizzanti per i bambini. Essi tendono a prenderli sul serio, almeno fino a quando non capiscono che forse non sono del tutto reali. A quel punto, rischiamo di entrare in un “tiro alla fune” senza fine, che logora la relazione. Inoltre, un bambino che collabora sotto ricatto non impara il valore positivo di un’azione, ma si sente solo controllato. Meglio puntare su motivazioni autentiche, che favoriscono la fiducia e la comprensione.



Coerenza tra Parole e Gesti

I bambini sono maestri nel percepire il linguaggio non verbale: catturano facilmente segnali come lo sguardo, il tono della voce, e le espressioni del viso. Se un bimbo ci mostra il suo disegno e noi rispondiamo distrattamente “Bello, bello…” senza guardarlo davvero, lui coglie subito la nostra disattenzione. Essere onesti è meglio: “Mi piacerebbe guardare il tuo disegno, ma ora sono un po’ stanco; ti va se lo facciamo insieme dopo?”. Così facendo, il bambino si sentirà ascoltato e apprezzato.


Ironia e Sarcasmo: Attenzione alla Fascia d’Età

Ironia e sarcasmo sono modalità che non danneggiano direttamente, ma risultano spesso incomprensibili ai bambini più piccoli, che solo verso gli 8 anni iniziano a coglierne i significati. È bene quindi utilizzare un linguaggio semplice e diretto con i più piccoli, evitando fraintendimenti.



Non Sminuire le Emozioni: Evitare le Squalifiche

Frasi come “Non piangere” o “Non ti sei fatto nulla” possono sembrare consolanti, ma in realtà sminuiscono il vissuto del bambino. Se un bambino prova dolore o tristezza, negarglielo è una forma di svalutazione del suo sentire. Meglio ascoltarlo con empatia, lasciandolo esprimere e aiutandolo a comprendere che le sue emozioni sono importanti e rispettate.


I Divieti Positivi: Da “Non Correre” a “Cammina con Calma”

Dire “non correre” o “non urlare” spesso non ottiene l’effetto desiderato, perché il cervello dei bambini risponde alle rappresentazioni: se diciamo “correre”, quella è l’azione che gli verrà in mente. È più efficace esprimere i divieti in modo positivo, con frasi come “Puoi rallentare, per favore?” o “Puoi abbassare la voce?”. Così, il bambino recepisce il messaggio in modo più chiaro e collaborativo.



Non Giudicare la Persona ma il Comportamento

Dire “Sei uno sciocco” o “Che pasticcione” può ferire il bambino perché associa il giudizio a sé stesso e non alla sua azione. È meglio rivolgere le critiche al comportamento, ad esempio dicendo: “Hai fatto un bel pasticcio, ora vediamo come sistemare”. In questo modo, comunichiamo che è l’azione a essere sbagliata, non il bambino.


Verbalizzare: Insegnare ai Bambini l’Intelligenza Emotiva

Verbalizzare le proprie emozioni ai bambini può sembrare insolito, ma è una pratica che aiuta moltissimo nello sviluppo emotivo e sociale dei più piccoli. Descrivere uno stato d’animo e condividerlo, ad esempio “Oggi sono un po’ stanco, ho bisogno di una pausa”, insegna al bambino a riconoscere i sentimenti e a gestire le proprie emozioni. Questa pratica li aiuta a crescere più empatici e capaci di relazioni positive.


Parlare con i Bambini, una Scelta che Fa la Differenza

Scegliere un linguaggio rispettoso, empatico e sincero può trasformare le nostre interazioni quotidiane in preziose occasioni di crescita per noi e per i bambini. Costruire con loro relazioni basate sull’accoglienza e sul rispetto li aiuta a comprendere se stessi e il mondo. In fondo, ogni bambino chiede solo di essere guidato con amore e pazienza, desideroso di scoprire un mondo che ancora lo affascina in ogni sua piccola e grande meraviglia.


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